bilingual blog

this is a bilingual blog written by a single mom who is like many others but who somehow is also different :-)

domenica 29 aprile 2012

questioni di ♥ - matters of the ♥


a volte non basta respirare dentro a un abbraccio in cui ci si sente protetti.
né sciogliersi dentro allo sguardo liquido che si ama di più.
non serve fingere di non sapere che qualcosa sta per accadere (e cambierà la tua vita per sempre).

stilare mentalmente una lista di cose da fare e non muoversi, non porta a nulla.
perché è faticoso chiudere i cerchi, sì, specie se son rimasti aperti troppo a lungo.
ma i cerchi, van chiusi. sempre.
è la vita che lo chiede, se si vuole andare avanti.

è in momenti come questi che so di dovermi fermare e guardarmi dentro, lì giù, verso quel buco immaginario che sento dolere quando ci passa attraverso un’emozione.

il chakra del cuore aperto è un imbuto senza filtri.
ed io mi ritrovo senza difese a vivere emozioni amplificate.
(grazie)

 le cose più belle del mondo 
non si possono vedere o toccare.
si sentono col cuore.
helen keller

sometimes it’s not enough to breathe in an embrace where you feel protected.
or melt within the liquid gaze you love most.
there’s no need to pretend not to know that something is going to happen (and it will change your life forever).

compiling a mental list of things to do and not to move, leads you nowhere.
because it is difficult to close circles, yes, especially if they have been left open for too long.
but circles must be closed. always.
it’s life that is asking you it, if you want to go forward.

it's at times like these that I know I have to stop and to look inside, down there, to that imagery hole which hurts whenever an emotion goes through it.

a opened heart chakra is a funnel without filters.
and I find myself helpless, living amplified emotions.
(thanks)

the most beautiful things in the world 
are not seen nor touched. 
they are felt with the heart.
helen keller 

venerdì 27 aprile 2012

this moment & joy pockets

{this moment - thanks to Soulemama}

[solo perché il vero this moment della settimana proprio non si poteva pubblicare]
[just because I couldn't possibly publish my real this moment of this week]

un bosco a sorpresa, in città
a surprise wood, in town

vacanze
holidays

pescatori e scimmiette
fishers and little monkeys

fragole, chianti e una doccia
strawberries, chianti and a shower

wir werden es nachholen

collant rossi, scarpe col tacco e un amico
red stockings, high heel shoes and a friend 

mr. bright eyes

la pecorella è celiaca e io sono mancino
my little sheep is coeliac and I am left-handed 

un pallone gonfiato
a swellhead

ich freue mich auf das original


5 senses tour
thanks to holistic mama



venerdì 20 aprile 2012

this moment & joy pockets

{this moment - thanks to Soulemama}

un accordo raggiunto
a deal made

uno scambio di opinioni su erich fried
an exchange of opinions regarding erich fried

un sogno in procinto di avverarsi
a dream which is about to come true

ich erschaudere vor Ehrfurcht
un guasto che non era un guasto
a false breakdown

la soddisfazione al volante
satisfaction while driving

le stesse due parole che avrebbe usato lui
the same two words he would have chosen

un'uscita dall'anonimato (anzi due)
a coming out (even two)

un invito a cena con vongole e cacciucco 
 an invitation to dinner with clams and cacciucco

un paio di telefonate col sole dentro
a couple of telephone calls with sunshine inside

 
5 senses tour
thanks to holistic mama

giovedì 19 aprile 2012

tracce - traces

sull'etichetta ingredienti c'è scritto:
può contenere tracce di frutta a guscio.

rido.

© singlemamafranny - all rights reserved

on the ingredients labels :
it might contain traces of shellfruits.

I can't help laughing.

venerdì 13 aprile 2012

lunedì 9 aprile 2012

pasqua con chi vuoi - easter days


sarà che (dicono) in una vita precedente io con una canonica c’ho avuto a che fare, sarà che amo la natura, le viste mozzafiato e i cieli tersi, ma io di quel posto mi sono innamorata a capodanno. ed è stato più forse per il posto in sé che non per chi c’era in quell’occasione, in realtà, che quando (almeno due mesi fa ormai) mi han detto che il gruppo o parte di esso ci sarebbe tornato per pasqua, non ho avuto esitazioni e mi son fatta subito mettere tra i confermati.
ne avevo parlato (evidentemente) con molto entusiasmo all’ometto, raccontandogli delle camerate con tanti letti, delle grandi pentole e dei lunghi tavoli per la pappa. lui stesso mi ha chiesto per mesi: mamma, ma quand’è che mi ci porti? ecco, ora ce l’ho portato.
a capodanno avevo dei filtri. ci sono andata con due amiche del cuore e non ho dato né avuto modo di entrare forse davvero in contatto con nessuno. non più di tanto. dalle persone allora mi ero soltanto lasciata sfiorare e avevo ‘aperto’ a pochi, dopo, attraverso altri canali.
in cima alla rocca, stavolta, ci sono arrivata con un paio di quei pochi a farmi da apripista, con un altro del gruppo raccattato lungo la salita (solo perché un secondo ha insistito per andare a piedi) e con l’ometto sul sedile posteriore, già esaltato fin dalla partenza.
io aspettative non ne avevo, per la verità (le aspettative fottono). però stavolta non avevo nemmeno i filtri. e poi io tendo a non giudicare. niente e nessuno, se posso. prendo quello che viene. ringrazio dio, l’universo o chi per esso. e mi baso sull’energia che ho attorno.
e tra quegli spessi muri di pietra, in questi giorni, c’era energia buona, ottima, per la verità. di quella che la senti sulla pelle ad occhi chiusi e poi sorridi, dentro.
così stasera trovo strano il silenzio. non c’è nessuno che grida ‘ce l’hai’ e corre per il corridoio. ed ho trovato altrettanto strano lavare pentole di dimensioni normali anziché pentoloni da caserma. e non ci sono risate o risposte improbabili al trivial pursuit. peraltro, stranamente nessuno sta girando attorno a me con una bottiglia di vino o con un salame da affettare. e sulla mia testa non ci sono né travi di legno (a cui dare una craniata, di tanto in tanto), né abbaini da cui (anche dal letto) si vedono le stelle. l’isotta (la mia nuova auto) è in garage e non teme la grandine. e quando mi alzerò di qui non dovrò far la coda per andare in bagno.
in compenso trovo meno strana una nuova consapevolezza. quel qualcosa che mi dice che la prossima volta che tornerò lassù (panico da arco a parte), non sarà soltanto perché mi è piaciuto il posto.

***
ps: unforgettables

1)      mamma, le femmine mi hanno dato il permesso di salire sul loro letto!!!
2)       
-          va bene, vai ma le regole sono sempre le stesse: mai da solo, stai sempre con qualcuno di loro, non andare nel bosco, non farti venire strane idee e stai lontano dagli strapiombi. chiaro?
-          sì. … mamma … però … di che colore sono gli strapiombi?
3)      (in auto, al rientro) mamma, lo sai che mi piace un sacco giulia? … e anche maria. 

© singlemamafranny - all rights reserved
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Maybe it’s because (it is said) I had to do with a parsonage in a previous life, or it's just because I love nature, breathtaking views and clear skies, but I fell in love with this place on New Year’s day. And  it was perhaps more due the place itself than for those who were there on that occasion, in fact, that when (at least two months ago now) I had been told that the group or part of it would have been back for Easter that I had no hesitation and confirmed immediately.

I had (apparently) talked about it to my little boy with so much enthusiasm, telling him of the rooms with lots of beds, of huge pots and long tables for the meal. He has been asking me for months: mom, but when are you taking me there? Well, now I have.

By New Year I had filters. I went there with two best friends and I had not
really given way to maybe get in touch with anyone. Not much, anyway. I had let people just pass me by and I had then ‘opened' to a few of them, later, through some other channels.

This time, I got on top of the rock with a couple of those few to lead the way, with another of the group picked up along the slope uphill (just because a second one insisted to walk) and my little boy in the back seat, already excited from the start.

I had no expectations, to tell you the truth ('cause expectations fuck). But this time I had no filters. And then I tend not to judge. Nothing and nobody, if possible. I just take what comes. And I thank god, the universe or who stands in for him and I rely on the energy that I have around.
These days, among those thick stone walls, there was a good energy, very good, actually. The kind you can feel on your skin, while keeping your eyes closed and smiling inside.

So tonight I find it strange to be surrounded by silence. No one is crying 'you’ve got it' and running down the aisle. I found equally strange to wash pots and pans of the normal size instead of huge ones normally used in barracks. And there is no laughter or improbable answers while playing “trivial pursuit”. Again, strangely no one is turning around me with a bottle of wine or a salami to slice. On the ceiling there are no beams of wood (where you can bump your head, from time to time), and no dormer windows through which you can see the stars
(even lying on your bed). Isotta (my new car) is in my garage and not outside afraid of hail. And when I will get up from here I won’t have to queue to go to the bathroom.

On the other hand I find less strange my new awareness. Something tells me that next time I'll go back up there, it won’t be just because I like the place.

***
ps: unforgettables

1) Mom, the girls have given me permission to go on their bed!

2)
- Okay, you can go, but the rules are always the same: never be alone, you must always be with any of them, do not go into the woods, do not get strange ideas and stay away from cliffs. clear?
- Yes. Mom ... ... but ... what color are the cliffs?

3) (by car, on our way home) Mom, you know, I really like Giulia. And Maria too.

venerdì 6 aprile 2012

buona pasqua - happy easter

io vado.
prendo l'ometto e isotta (ovviamente anche la mia nuova auto ha un nome) e vado.
lavoro mezza giornata e poi via.
andiamo in un posto dove persino i cellulari prendono quel poco che basta.
e il notebook resta qui.
 buona pasqua a tutti

© singlemamafranny - all rights reserved

I'm going.
I'm taking
my little boy and Isotta (my new car has a name too) and I'm going.
I'm working half a day and then I'm off.
We're going to a place where even mobile phones are almost unreachable.
And my laptop remains here.

Happy Easter to everyone

giovedì 5 aprile 2012

zen

© singlemamafranny - all rights reserved
 
c'è che, ultimamente, da queste parti, tira un vento che non mi piace granché. e allora mi tocca far di tutto per cercare di essere zen. restare ancorata al presente, non pensare troppo, gioire di quello che ho e raddrizzarmi l'umore ogni volta che posso (anche se non sempre mi riesce, ma sono umana anch'io).

lately, around here, pulls a wind that I do not like that much. and then I have to do everything I can to try to be zen. To remain anchored to the present moment, not to think too much, rejoicing in what I have and trying to get a better mood whenever I can (although I do not always succeed in it, but I'm human too).

© singlemamafranny - all rights reserved

mercoledì 4 aprile 2012

* groupie *

sono malcontati 29 anni che lo aspetto.
(la groupie che è in me non morirà mai.
perlomeno non finché si tratta di quest'uomo.)
 

I've been waiting for him for more or less 29 years.
(the groupie in me will never die,
at least not as long as this man is concerned.)

domenica 1 aprile 2012

gisella


È arrivata nella mia vita che avevo già quasi trent’anni. Mia madre mi ha cresciuta a suon di ‘avrai un’auto tua il giorno che te la potrai permettere: auto, assicurazione, bollo e benzina, intendo. Prima di allora, te la puoi scordare.’ Ed è proprio andata così. Anche perché se fai l’università mica ce li hai soldi per comprarti e mantenerti la macchina. E se tuo padre è passato a miglior vita e il tuo patrigno pure e sei figlia unica di madre bivedova e non patentata, un’auto da scroccare a qualcuno per casa mica ce l’hai. E così aspetti anche a prender la patente, tanto non ti servirebbe a nulla. Fino a che, quando hai quasi trent’anni e ti sei accaparrata da poco un signor posto di lavoro e stai per andare a convivere col tuo uomo, pensi che sia finalmente giunta l’ora. Dai l’esame e ti compri la macchina.

Qualche soldo me l’aveva messo da parte la zia, mia madre mi prestò il resto (che le ho poi restituito fino all’ultimo centesimo) e mi vietò di comprare un’auto usata (ero andata persino a vedere le auto aziendali e a km zero ma nisba) perché diceva – proprio lei, quella che non ha mai guidato in vita sua e non ha preso la patente nemmeno dopo che mio padre le ha fatto trovare una cinquecento rossa fiammante nuova di pacca dentro al garage – ‘le auto usate non sono sicure’.

Io son cresciuta in barca a vela e le barche han tutte un nome. E mio nonno, quand’ero bambina, aveva una seicento beige con i sedili in pelle rosso scuro e la teneva come fosse un gioiello. L’aveva chiamata Gisella, chissà perché. Ricordo che gliela rubarono e fu ritrovata senza né ruote, né sedili. Non so chi di noi due, se io o il nonno, ci rimase più male. Lui dopo di lei non guidò più. 

La mia auto si chiama Gisella in onore di mio nonno. E di quella seicento rubata. Chiunque mi conosca la chiama per nome. Mio figlio nemmeno sa cosa sia una Clio. Per lui le auto col posteriore a pandorino son tutte Giselle (e le Opel Vectra station wagon son tutte Temi, diminutivo di Temistocle, ma quella è un’altra storia).

Oggi la Gisella l’ho vuotata. Uno di questi giorni la porto qui accanto e la faccio lavare per benino. E poi vado a prenderle anche i copricerchi nuovi, che due li  ho persi da anni annorum e la Gisella da allora sembra Giano Bifronte: da un lato ricca e agiata e dall’altro derelitta, con quei due buchi neri in mezzo alle ruote. 

Non mi ha mai lasciata a piedi. E non ha nemmeno raggiunto i 100.000 km. Ma è un euro 2 e in Lombardia le rendono troppo spesso la vita difficile. Non la lasciano circolare liberamente. Così ho dovuto guardarmi attorno. E prendere al volo un occasione d’oro (nel vero senso del la parola) piovuta dal cielo. 

Gisella da un paio di settimane è ferma nel mio posto auto coperto. Fra qualche giorno sarà in vendita per due soldi sul giornalino di annunci locale. Chissà, magari qualche neopatentato se la prende. Io, intanto, cerco di combattere il giudice interiore che vorrebbe farmi sentire come se l’avessi tradita. E mi godo il fatto che lei, in fondo, è ancora con me. La saluto quando scendo di sotto e anche quando torno a casa. E la ringrazio per tutti gli anni trascorsi insieme in cui mi ha portato a zonzo. 


Devo ricordarmi di farle almeno una foto, prima che se ne vada davvero. Ma a quello, in fondo, ancora non ci voglio pensare.

[con questo spaccato di vita vera
avrei voluto  partecipare partecipo all'EDS il nome della cosa.
ma giacché Gisella non comincia per C
ma Clio sì :-) ]